Da pochi giorni si è concluso il Native Ad Summit 2015, il principale evento sul Native Advertising, organizzato da Sharethrough, che si è svolto qualche giorno fa a San Francisco ed al quale hanno partecipato le principali aziende del web, Facebook, LinkedIn, Yahoo!, Pinterest, e tante altre.
La giornata ha visto le aziende principali del settore confrontarsi sulle strategie e tecniche del Native Advertising. Sul palco dell’evento sono saliti tutti i big dell’advertising mondiale: da Facebook a LinkedIn, da Yahoo! a Pinterest ed hanno presentato la loro idea di evoluzione della Native Advertising.
Il Native Advertising ha assunto dimensioni importanti negli ultimi anni. In USA attualmente circa il 25% del mercato pubblicitario è costituito da inserzioni di tipo native. Come già abbiamo più volte detto in questo blog, il Native Advertising è una vera e propria rivoluzione del formato pubblicitario che ha l’obiettivo di essere meno invasivo rispetto ai tradizionali annunci pubblicitari e con contenuti più a tema ed interessanti per il lettore.
L’organizzatore dell’evento è stata Sharethrough, una azienda che si propone di guidare una seconda grande innovazione nel mondo dell’advertising dopo l’avvento di Internet, guidata proprio dai formati di Native Advertising. Sul palco di San Francisco si è più volte detto che il modello pubblicitario è completamente cambiato grazie all’avvento della pubblicità native: si è passati da un tradizionale modello basato sull’interruption che “ruba” il tempo e l’attezione dell’utente ad un nuovo modello che pone l’advertising al centro del consumo del contenuto dell’utente. Il Native Advertising nasce e si sviluppa partendo proprio dal contenuto, a tutti gli effetti la pubblicità Native è puro contenuto di qualità. La Native Advertising è sicuramente uno dei principali trend del mercato degli ultimi anni insieme alla reputazione online: la gestione e monitoraggio della web reputation è infatti oggi uno dei principali asset strategici per una azienda che desidera migliorare la propria immagine e la relativa reputazione online verso i propri clienti e potenziali tali.
I brand devono diventare dei veri e propri abilitatori dei contenuti. I clienti che entrano nel mondo del brand lo fanno consumando questi contenuti editoriali e promozionali allo stesso tempo, invece di consumare contenuti prettamente promozionali. In questo contesto il ruolo da padrone lo ricopre il mondo legato al mobile. Il mobile non è solo un canale ma è qualcosa che sta eliminando il confine tra mondo fisico e mondo digitale.
La potenza di questa rivoluzione non è tanto negli aspetti di marketing, ma nella centralità del contenuto rispetto a prima. Anche gli editori hanno ribadito il concetto ed hanno introdotto quello che possiamo chiamare “continuous campaign” per intendere le nuove modalità pubblicitarie che mirano ad instaurare una relazione e conversazione continua con gli utenti rispetto alle campagne tradizionali di interruzione. Le piattaforme editoriali più innovative come Reddit, Medium e Buzzfeed sono arrivati addirittura a proibire alcune forme troppo tradizionali di advertising di tipo “push” proprio per evitare di infastidire l’utente e farlo fuggire dalla piattaforma. Il ruolo dell’editore è cambiato radicalmente con l’avvento della Native Advertising: secondo Will Hayward l’obiettivo è un coinvolgimento più profondo da parte del pubblico che vuole sentirsi parte del contesto e soprattuto emotivamente coinvolto.
Native non è solo storytelling ma story making. Le aziende, gli editori, le agenzie sono coinvolti tutti nella creazione di storie che i consumatori desiderano realmente condividere spontaneamente in quanto interessanti e assolutamente contestuali. Si tratta di mettere insieme l’esperienza di chi sa creare contenuti e di chi parla il linguaggio delle aziende, i marketer puri, che ancora tendono a preferire, soprattutto nella fase di vendita, i tradizionali modelli basati sulle impression e click invece che valutare l’investimento in termini di ROI e Lifetime Value (LTV).
L’evento Native Ad Summit 2015 di San Francisco è stato un punto di incontro tra esperti del settore con contributi di altissimo livello sugli scenari futuri del mondo legato al native advertising.