La banner blindness ed il ruolo della pubblicità nativa

notizie sponsorizzate native advertising

I dati sulla pubblicità online sono sempre più drammatici. Bel il 99.8% dei banner viene completamente ignorato. Ormai solo lo 0,2% dei banner pubblicitari viene effettivamente cliccato dagli utenti. E tale valore è in costante crollo, soprattutto tra le nuove generazioni, che ormai ignorano completamente la tradizionale forma pubblicitaria che ha sostenuto la gran parte dei business online degli ultimi anni.

La banner blindness

Detta anche cecità da banner, rappresenta un campo di studio molto interessante anche ai fini della pubblicità nativa. Per un utente esperto della navigazione online  è sempre più facile identificare gli spazi pubblicitari, le affiliazioni, i popup, gli annunci sponsorizzati e tutte le altre tipologie pubblicitarie online, diventandone quindi “immune”.

Gli inserzionisti pubblicitari sono cresciuti a vista d’occhio, anche grazie alle piattaforme come Google AdWords, dove chiunque con pochi euro può avviare una campagna pubblicitaria online.  Quindi la competizione è cresciuta molto e di conseguenza gli utenti diventano sempre più selettivi nel visualizzare una pagina web.

La pubblicità nativa o Native Advertising è appunto una nuova forma pubblicitaria che ha le seguenti caratteristiche:

  • È all’interno del flusso dei contenuti di un sito web
  • Non fa uso di automatismi
  • Non fa uso di box, banner, popup e non segue formati prestabiliti

Si può riassumere la pubblicità nativa come una forma pubblicitaria inclusa all’interno del contenuto. Il contenuto pubblicitario è però in questo caso decisamente correlato al temi di cui si sta parlando nell’articolo, quindi è in grado di aggiungere valore al sito e non semplicemente di interrompere la lettura per proporre prodotti e servizi fuori contesto.

La pubblicità nativa è un modo per includere un annuncio pubblicitario in profondità all’interno di un servizio o di un sito web, evitando le classiche metodologie pubblicitarie tradizionali.

Sui social network che utilizziamo quotidianamente vi sono già degli esempi molto rilevanti di pubblicità nativa, come ad esempio i Promoted Tweets di Twitter o le Notizie Sponsorizzate di Facebook.

Tali metodi consentono di raccontare qualcosa di un inserzionista senza invadere il flusso di navigazione dell’utente. Gli annunci non sono più “urlati”, ma si mescolano alla perfezione con i temi ed i toni del contenuto, dando l’idea al lettore che la pubblicità ed il contenuto siano ormai la stessa cosa.

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Armando Travaglini
Armando Travaglini è consulente e formatore sui temi del web marketing e lavora con le PMI italiane per la definizione delle migliori strategie per ottenere la massima visibilità online. armandotravaglini.it | digitalmarketingturistico.it

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