La zona grigia e la pubblicità nativa

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In un interessantissimo articolo di Luca Sofri dal titolo La zona grigia si parla di pubbliredazionali e di come l’industria della pubblicità stia cambiando negli ultimi anni.

Secondo Sofri, i pubbliredazionali si sono trasformati radicalmente diventando una “zona grigia” dove la distinzione tra contenuto giornalistico e pubblicitario è andata via via scemando. Il pubbliredazionale classico prevede la scritta che informa il lettore che quella pagina è una sezione del sito sponsorizzata oltre ad avere una grafica molto evidente e differente rispetto al resto del giornale. Oggi i quotidiani ed i periodici inseriscono con sempre maggior frequenza alcune pagine speciali all’interno dei loro contenuti.

Spesso, soprattutto sui quotidiani, sono presenti delle pagine doppie dedicate a particolari eventi o manifestazioni, dove lo sponsor viene chiaramente indicato nel testo e nei titoli degli articoli.  Raramente in queste pagine viene indicato al lettore che si tratta di contenuto pubblicitario. Luca Sofri mette giustamente in evidenza il fatto che il lettore dovrebbe essere informato sul fatto che quel contenuto è stato stabilito dalla redazione del giornale oppure dal marketing.

Dal punto di vista del marketing, il pubbliredazionale realizzato in una forma così sottile ed invasiva, ha un rendimento molto elevato. Le altre forme di pubblicità tradizionali sono ormai morte, gli inserzionisti non vogliono più fare la pubblicità classica in quanto non rende più come una volta. I contenuti pubblicitari sono sempre più presenti all’interno dei contenuti giornalistici e lo saranno sempre di più nel futuro, sia offline che online.

La pubblicità sui giornali ed i pubbliredazionali

Le correnti di penserio a tal proposito sono contrapposte: chi pensa che il giornale dovrebbe solo riportare notizie e tenere ben distinta la pubblicità e chi invece dichiara che l’inclusione di messaggi commerciali all’interno degli articoli contribuisce a tenere il vita il mondo editoriale.

La pubblicità nativa è anche questo: sia online che offline l’inclusione di messaggi pubblicitari all’interno dei contenuti contribuisce a mantenere in vita quotidiani, periodici e siti web, che altrimenti non avrebbero altro modo per sopravvivere. I budget pubblicitari si sono ridotti drasticamente negli ultimi mesi e la crisi dell’editoria, in maniera importante, ed anche il web, hanno subito dei contraccolpi molto forti.

La migliore soluzione è continuare sulla strada della pubblicità nativa, ricordando però di mettere in evidenza che quell’articolo o pagina è stata sponsorizzata da un brand e quindi il lettore trarrà le ovvie conclusioni al riguardo.

 

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Armando Travaglini
Armando Travaglini è consulente e formatore sui temi del web marketing e lavora con le PMI italiane per la definizione delle migliori strategie per ottenere la massima visibilità online. armandotravaglini.it | digitalmarketingturistico.it

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