La definizione della Native Advertising

Ormai la Native Advertising è sulla bocca di tutti e la comunità del marketing internazionale si sta concentrando su una definizione univoca che vada bene per tutte le piattaforme sulle quali la Native Advertising è presente.

Una nuova definizione di pubblicità nativa propone la distinzione tra aspetto tecnico del Native Advertising e aspetto contenutistico dello Sponsored Content. Un recente articolo di Mitch Joel sull’Harvard Business Review ha già chiarito che la Native Advertising non consente una distinzione tra contenuto e contenitore, per il fatto stesso che devono essere ‘nativi’ sia l’aspetto grafico sia il contenuto.

La definizione della pubblicità nativa

Proviamo a riassumere le considerazioni della comunità internazionale e diamo una definizione della Native Advertising.

La Native Advertising è un forma pubblicitaria contestuale che integra contenuti editoriali e annunci pubblicitari all’interno del contesto editoriale dove essi vengono posizionati con una indicazione chiara dell’inserzionista che sponsorizza il contenuto pubblicitario.

Molti parlano della pubblicità nativa come se fosse qualcosa di nuovo. Google AdWords è pubblicità nativa, i Promoted Tweets di Twitter rappresentano una forma di pubblicità nativa. L’acquisto di maggiori visualizzazioni su Facebook all’interno del newsfeed è pubblicità nativa. La pubblicità nativa non può essere basata solo sulla creatività che riempie uno spazio pubblicitario, ma deve essere intrinsecamente connessa al formato che permette di vivere un’esperienza unica dell’utente.

Vediamo questa bellissima infografica sulla Native Advertising, tratta da coull.net.

native-advertising

Da questa infografica, emergono le quattro caratteristiche fondamentali della pubblicità nativa, ovvero:

  • Valore: la pubblicità nativa aggiunge valore all’esperienza dell’utente,
  • Trasparenza: la pubblicità nativa deve essere riconosciuta come tale da parte dell’utente,
  • Rilevanza: la pubblicità nativa deve essere rilevante rispettivamente al contesto ed ai contenuti del sito,
  • Integrazione: la pubblicità nativa deve essere mostrata all’interno dei contenuti, in una forma simile ad essi.

La Native Advertising viene spesso chiamata anche come:

  • Sponsored content
  • Branded Content
  • Brandvoice
  • Suggested Post (ad esempio su Facebook)
  • Promoted Tweets (su Twitter)
  • Promoted Video (su YouTube)
  • Sponsored Post

 

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Armando Travaglini
Armando Travaglini è consulente e formatore sui temi del web marketing e lavora con le PMI italiane per la definizione delle migliori strategie per ottenere la massima visibilità online. armandotravaglini.it | digitalmarketingturistico.it

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  1. Pingback: Cosa è la Native Advertising e quali sono le principali tipologie

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